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Es ist stärker als ich[1]  

 

 

 

 

 

Nell’ammettere la presenza di un ‘io’ – sebbene combattuto - si indica con ciò stesso il punto di partenza di un lavoro di competenza, scienza del proprio pensiero, anche quando il pensiero teneva già appese al chiodo le chiavi di accesso, e magari già si ritirava in un’autonomia di rapporti.

La perversione non ammette alcun punto di partenza, trovando nella propria formazione reattiva quel comfort e quella giustificazione che non le sollecita altro che confezionare – persino splendidamente - il pensiero di un altro.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 28 febbraio 2024

 

 

Illustrazione originale di Gianni Russomando[2]

 

 

[1] In ‘L’Io e l’Es’, S. Freud (1922) OSF Vol.9 Bollati Boringhieri, pp.486-487 Freud cita G. W. Groddeck, ‘Das Buch vom Es’ da cui ha tratto ispirazione per chiamare Es la istanza di Io combattuta dal Super Io. In ‘Il pensiero di natura. Dalla psicoanalisi al pensiero giuridico’, SIC Edizioni (1998) Cap.II ‘La Carta o Enciclopedia del pensiero di natura’ – Parag. 16, p.121 lo psicoanalista dott. Giacomo B. Contri dice : “Freud invece ha tenuto a sottolineare che il suo ‘Es’ è proprio quello della comune espressione ‘es ist stärker als ich’, ‘è più forte di me’.” Traducendo letteralmente ‘esso è più forte di io’, la lingua tedesca ci offre un limpido confronto fra i due termini ‘esso’ e ‘io’ che l’analizzando nomina spesso e con sicurezza, ma trovandosi impreparato ad analizzare.

[2] Gianni Russomando, note di biografia : “Sono nato a Vercelli nel 1956, diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, mi definisco un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni.” 

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